sabato 5 luglio 2008

SEGNALAZIONI SAGGISTICHE

CLAUDIO SCUTO.PSICOUTOPIA,EDIZIONE ARMANDO
E' difficile sottrarsi-anche ad una prima lettura-dall'impressione di trovarsi di fronte ad un cumulo di luoghi comuni che spaziano dall'anticapitalismo all'antipsichiatria per giungere a formulare una utopia dai contorni vaghissimi e sostanzialmente effimera.Per l'ennesima volta i nostalgici del sessantotto e del socialismo -e l'autore e' a tutti gli effetti uno di questi-non ci risparmiano gli elogi acritici nei confronti di Marcuse e della psicoanalisi sulla cui legittimita' l'autore non pone alcuna ipoteca(nonostante Popper),nei confronti del movimento operaio iconizzato dalle parole dell'autore.Non sorprende allora che emerga una visione bipolare della realta' :da un lato una utopia che dovrebbe avere il compito di cambiare la realta' e dall'altro lato il feticismo della merce,l'erotismo banalizzato e ridotto a pornografia.Pensieri -questi-triti e ritriti tipici di chi stenta ad avere una propria visione del mondo e preferisce attuare un collage- piu' o meno coerente- di pensieri altrui.Quanto all'utopia proposta questa -al di la' della retorica-si concretizza nel servirsi della scuola -l'autore e' infatti un insegnante – quale luogo privilegiato per compiere operazioni di indottrinamento su larga scala affiancate dalla realizzazione di piccoli gruppi-eterogenei per eta'-che dovrebbero progressivamente scardinare l'ordine costituito.Non posiamo che rivolgere all'autore i nostri migliori auguri in attesa di una nuovo messia.Ci auguriamo soltanto che questa utopia non si trasformi in un 'altra distopia.
LE PAROLE DEL MAGGIO,EDIZIONI MIMESIS,2008
Indubbiamente utile sul piano storico la pubblicazione della casa editrice milanese si rivela -tuttavia-del tutto priva di consistenza operativa per la prassi attuale.Il contesto universitario e' assai lontano dalle suggestioni neo-sessantottine se non in alcune frange radicali il cui peso e' insignificante sul piano politico.Ad ogni modo,quale visione del mondo emerge dalla costellazione di citazioni?Se da un lato gli autori maggiormente ed esplicitamente citati sono
Babeuf,Bakunin,Mao dall'altra parte emerge con nettezza un socialismo anarcoide ora pacifista ora a favore della lotta rivoluzionaria.Elemento comune di questo socialismo bifronte e' il rifiuto radicale delle istituzioni universitarie e militari lette come simbolo per eccellenza della repressione.
Non sorprende allora la volonta' di rompere gli argini anche attraverso l'esaltazione della droga leggera e attraverso la necessita' di compiere una rivoluzione globale iniziando da se stessi e non risparmiando niente e nessuno.Di qui la volonta' dissacratrice che procede di pari passo con quella
utopica che non puo' che rigettare il riformismo socialdemocratico.Se puramente illusoria era gia' allora la speranza di stravolgere l'ordine costituito con questa strumentazione ideologica ancora piu'
illusorio sarebbe riproporla oggi.Se lo scopo dei curatori e' quello di ricordare per emulare e non quello di ricordare per sognare,questo obiettivo e' destinato a naufragare .Al massimo puo' diventare
un oggetto di riflessione per qualche nostalgico sessantottino o per qualche salotto radical chic.Ma sperare di trasformare la prasssi con questi logori strumenti costituisce ancora una volta un atto di ingenuita' verso l'avversario e di incapacita' a cogliere I propri limiti .
PIERO BERNOCCHI,IN MOVIMENTO,MASSARI EDITORE 2008
Il volume, presentato dall'Editore Massari, raccoglie per la prima volta un numero considerevole di articoli editi ora sul Il Manifesto,ora sull'Ernesto e Cobas news ora infine su Liberazione.Da circa
venta'anni-attraverso I Cobas -Bernocchi ha coerentemente portanto avanti un nocciolo duro di tematiche che ricorrono sistematicamente:l'antiatlantismo e l'antiamericanismo imperialista,la critica feroce ed impietosa nei confronti degli innumerevoli tradimenti perpetuati dal sindacalismo istituzionalizzato e dalla sinistra di governo che orami costituisce l'altra faccia della politica berlusconiana,il rifiuto dell'Europa liberista, la denuncia senza se e senza ma nei confronti del clericalismo cattolico, l'antimilitarismo congiunta alla denuncia della mercificazione e precarizzazione;e infine come dimenticare la condanna di ogni forma di aggressione imperialista(dal Vietnam all'Iraq)?L'alternativa proposta dall'autore-nostalgico del sessantotto come tutti I reduci d'altra parte-si concretizza in alcune fasi precise e strettamente collegate:le azioni non violente-quali le manifestazioni di piazza-i boicotaggi,la controinformazione nelle scuole e nelle universita'(che altro non e' che guerra psicologica e indottrinamento antagonista) e infine la resistenza armata in casi estremi.La fiducia dell'autore nei confronti dei forum internazionali.,nei confronti dell'azione antagonista attuata dalle associazioni costituisce l'altra faccia,quella ottimista e in fondo utopica, della prassi antagonista di Bernocchi.Siamo persuasi che la fiducia dimostrata dall'autore si rivelera' inconsistente su lungo periodo.Tuttavia non c'e' dubbio che il percorso dell'autore sia stato coerente e che costituisca una scelta autenticamente antagonista anche se destinata ad essere presto o tardi marginalizzata o riassorbita.L'alternativa-percorribile solo se I legami con le nuove brigate rosse e/o con movimenti affini fossero provate in modo innoppugnabile-sarebbe la repressione capillare che porterebbe all'estinzione del fenomeno Cobas,estinzione che costituirebbe motivo di sollievo piu' per la “sinistra riformista” che per le istituzioni poliziesche e militari.